Restituzione da Sardigna Zapatista
Siamo nel cuore della giornate della #girazapatista.
In accordo con La ley de las mujeres noi ci godiamo acqua e tisane.
E consegniamo alla delegazione una Arca di semi, costruita da comunità, associazioni, gruppi e singole individualità che hanno a cuore la difesa della Terra e della biodiversità coltivata. Restituiamo questi semi amerindi, rubati 500 anni fa dai coloni; li restituiamo dopo 500 anni ibridati e uniti alle storie delle nostre comunità, che da questi semi sono state sfamate, e che oggi fanno parte del nostro ricettario popolare e che per noi sono come antenati.
Li restituiamo in segno di fratellanza tra popoli amici. In segno di rispetto e di riscatto. Nella speranza che anche a noi, un giorno, venga restituito il maltolto.
Non c’è sacrificio inutile, se questo porta con sé i semi della resistenza e della ribellione!
Testo dell’arca:
“𝐼𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑖𝑜 𝑒̀ 𝑎𝑝𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑑𝑖𝑎𝑙𝑜𝑔𝑜 𝑝𝑜𝑒𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑣𝑜𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑒𝑔𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑧𝑎𝑝𝑎𝑡𝑖𝑠𝑡𝑎 – 𝑉𝑖𝑎𝑗𝑒 𝑝𝑜𝑟 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑑𝑎, 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑠𝑖𝑚𝑏𝑜𝑙𝑖𝑐𝑜 𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑚𝑏𝑜𝑙𝑖𝑠𝑚𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑒, 𝑝𝑟𝑒𝑝𝑎𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑣𝑜𝑖 𝑖𝑛 𝑑𝑜𝑛𝑜 𝑢𝑛’𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖, 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑠𝑖𝑚𝑏𝑜𝑙𝑖𝑐𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙’𝑖𝑠𝑜𝑙𝑎 𝑖𝑛 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝐴𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑑 𝑜𝑔𝑔𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑜 𝑎 𝑛𝑜𝑖 𝑒 𝑐ℎ𝑒, 𝑑𝑜𝑝𝑜 500 𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑣𝑖𝑣𝑖 𝑒 𝑓𝑒𝑟𝑡𝑖𝑙𝑖 𝑛𝑒𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑜𝑟𝑡𝑖, 𝑠𝑑𝑜𝑝𝑝𝑖𝑎𝑡𝑖 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀, 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑐𝑢𝑙𝑖𝑎𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑒𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖, 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑚𝑒 𝑒 𝑑𝑖 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎, 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑝𝑒𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑑𝑒𝑖/𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑖/𝑒 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑜 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑐𝑖𝑏𝑜.
𝑀𝑜𝑙𝑡𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑖 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑐𝑖𝑝𝑎𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑒 𝑒 𝑠𝑖𝑚𝑏𝑜𝑙𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑐𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑎𝑚𝑒𝑟𝑖𝑛𝑑𝑖, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑎𝑖𝑠, 𝑧𝑢𝑐𝑐𝑎, 𝑝𝑜𝑚𝑜𝑑𝑜𝑟𝑜, 𝑓𝑎𝑔𝑖𝑜𝑙𝑖, 𝑝𝑎𝑡𝑎𝑡𝑒, 𝑝𝑒𝑝𝑒𝑟𝑜𝑛𝑖, 𝑒𝑡𝑐, 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑁𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑒𝑡𝑎̀, 𝐿𝑜𝑐𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀, 𝐴𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.
𝐼 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑣𝑖𝑎𝑔𝑔𝑖𝑒𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑖𝑛 𝑢𝑛’𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑎 𝑡𝑒𝑙𝑎𝑖𝑜 𝑠𝑎𝑟𝑑𝑜.
𝑉𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑙’𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖, 𝑖𝑛 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑡𝑖𝑡𝑢𝑑𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑒 𝑎𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑎𝑚𝑒𝑟𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑖, ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑝𝑜𝑡𝑢𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎, 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑟𝑖𝑐𝑐ℎ𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑡𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑎𝑟𝑒, 𝑎𝑚𝑝𝑙𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒.
𝐶𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑙’𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑑𝑟𝑒𝑠 𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑎𝑑𝑟𝑒𝑠, 𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑖𝑝𝑎𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙 𝑓𝑢𝑟𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑢𝑡𝑜 500 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑓𝑎 𝑑𝑎𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑛𝑖, 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑜𝑟𝑒𝑙𝑙𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑔𝑒𝑛𝑎 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑐𝑖 𝑎𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑛𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑠𝑡𝑎, 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑠𝑡𝑎, 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑓𝑟𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎, 𝑙𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑚𝑜𝑑𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑝𝑖𝑒𝑔𝑎 𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑖𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑡𝑖𝑐𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑖𝑡𝑡𝑖.
𝐶𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑙’𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑛𝑜𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑠𝑎𝑟𝑑𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑖 𝑠𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑑 𝑜𝑔𝑔𝑖, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛 𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑖𝑏𝑟𝑖𝑑𝑒, 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑖𝑝𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑡𝑖𝑐𝑎, 𝑒 𝑖𝑛 𝑠𝑢𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎.
𝐶𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑙’𝑎𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖, 𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑖 500 𝑎𝑛𝑛𝑖, 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑜𝑔𝑔𝑖 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑎𝑛𝑡𝑒𝑛𝑎𝑡𝑖, 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎𝑛𝑜 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑔𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑎𝑑 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎, 𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒 𝑐ℎ𝑒 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑛𝑢𝑡𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑒 𝑠𝑓𝑎𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑎𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑖.
𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛 𝑠𝑎𝑐𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑜 𝑒̀ 𝑣𝑎𝑛𝑜, 𝑠𝑒 𝑣𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎.
𝐶𝑜𝑜𝑑𝑟𝑖𝑛𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑢 𝑠𝑎𝑟𝑑𝑢 𝑝𝑜 𝑠’𝑎𝑟𝑟𝑖𝑐𝑖𝑑𝑎 𝑑𝑒 𝑖𝑠 𝑧𝑎𝑝𝑎𝑡𝑖𝑠𝑡𝑎𝑠 𝑝𝑜 𝑠𝑢 2021 – 𝑆𝑎𝑟𝑑𝑒𝑔𝑛𝑎 𝑧𝑎𝑝𝑎𝑡𝑖𝑠𝑡𝑎
𝐶𝑜𝑛 𝑙’𝑎𝑝𝑝𝑜𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑑𝑖: 𝐶𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖 𝑀𝑎𝑚𝑎𝑇𝑒𝑟𝑟𝑎 – 𝑆𝑎𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖, 𝑅𝑒𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 – 𝑆𝑎𝑟𝑑𝑒𝑔𝑛𝑎, 𝑆𝑎𝑟.𝑝𝑎., 𝐴𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑜𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡𝑎̀ – 𝑇𝑖𝑎𝑛𝑎, 𝐼𝑛𝑑𝑖𝑣𝑖𝑑𝑢𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜𝑛𝑜 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑐𝑖𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑜𝑛𝑜 𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑜 𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑓𝑟𝑎𝑡𝑒𝑙𝑙𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑠𝑜𝑟𝑒𝑙𝑙𝑎𝑛𝑧𝑎”
La Gira è passata nell’isola, dopo un anno di incontri, assemblee, organizzazione serrata, soprattutto l’ultimo folle mese.
Il 23 Ottobre la delegazione è arrivata a Bauladu, al centro dell’isola, attesa da delegazioni e singoli, gruppi e collettivi, dai cori sociali, da compagnə accorsə per parlare e ascoltare.
Il benvenuto, al centro dell’isola, ha sentito l’Himno zapatista cantato dai cori sociali e la consegna dei semi antichi raccolti da comitati, reti e singoli che hanno voluto compiere un atto di restituzione e di fartellanza tra popoli.
E dopo le due giornate di escucha y palabra a Bauladu, di intenso valore politico e umano, ci sono stati gli incotri con i territori: la delegazione ha incontrato gli studenti/esse e i sindacati di base della scuola, gli/le amministratori/trici, gruppi che lavorano quotidianamente per l’autogoverno dei loro territori in basso e a sinistra, le compagne transfemministre che son state con la delegazione in un bosco sulla via dell’ossidiana.
Abbiamo ascoltato la loro storia e abbiamo raccontato le nostre storie di resistenza e ribellione, chi lavora nei territori per costruire autogoverno, chi lotta contro le basi militari, l’estrattivismo energetico, chi contro la repressione dello stato italiano, chi per la difesa della nostra lingua e cultura, in compresenza dei nostri antenati. Perchè anche noi siamo quelli che avrebbero voluto annientare e sconfiggere, ma non ci sono riusciti.
Son state giornate che non dimenticheremo, intense, piene, in cui camminando e domandando, abbiamo scritto un piccolo pezzo della nostra storia di solidarietà.
E ringraziamo tuttə, ma proprio tuttə coloro che hanno contribuito per renderle possibili: chi ha organizzato, chi ha offerto gli spazi, chi ha allestito, chi ha ascoltato, chi ha parlato, chi ha tradotto, chi ha cantato, chi ha cucinato, chi ha guidato la macchina, chi ha pulito, chi ha rese sicure le giornate, chi ha disegnato, chi ha facilitato le assemblee, chi ha tenuto i banchetti, chi ha suonato e ballato, chi ha partecipato da vicino e da lontano …
𝑨𝒃𝒃𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒊𝒎𝒑𝒂𝒓𝒂𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒅𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒕𝒆 𝒆 𝒂𝒗𝒖𝒕𝒐 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒗𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒅𝒊𝒔𝒄𝒊𝒑𝒍𝒊𝒏𝒂, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒆𝒓𝒊𝒔𝒎𝒐, 𝒖𝒏𝒊𝒕𝒂̀, 𝒑𝒊𝒂𝒏𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒆 𝒂𝒖𝒕𝒐𝒄𝒓𝒊𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒔𝒊 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒐𝒕𝒕𝒆𝒏𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒓𝒊𝒔𝒖𝒍𝒕𝒂𝒕𝒊.
Grazie alla delegazione che è arrivata dall’altra parte del mondo per conoscerci, per tessere legami, per fare un pezzo di strada insieme in difesa della vita, della Terra, delle comunità.
La lucha sigue! Sa luta sighit!