Restituzione dalla zone calabresi del Sud e oltre…
E le accogliamo sotto la pioggia domenica 31 ottobre, una delegazione di cinque zapatiste e una rappresentante del Consejo National Indigeno. Scendono dal traghetto, stanche, minute e con lo sguardo fiero e forte di chi sa di compiere una missione importante. Ci affidano il pesante bagaglio e le loro vite, solo per qualche giorno, entrambi carichi preziosi.
Donne di due mondi distanti più di 10.000 km, che si ritrovano unite sulla riva di un ruscello d’Aspromonte e celebrano riti di purificazione dell’acqua e di ringraziamento per la Madre Terra. Emozioni potenti, legami ancestrali, lacrime di gioia e commozione. Poi le parole della compa: “questo ci rende più forti e determinate, perché sapremo sempre che dall’altra parte del mondo voi avete il nostro stesso sentire e voi saprete sempre che noi abbiamo il vostro stesso sentimento”. Magia della Naturaleza.
E poi l’incontro con la pastora di greggi Rossella, che ha scelto di vivere
nell’antichissimo ed abbandonato borgo di Pentidattilo. Non c’è bisogno di tradurre le parole che sgorgano dalla bocca delle compas e di Rossella. La loro comunicazione va oltre la convenzione del linguaggio, ha radici nel legame profondo con la Terra e le sue creature, nella rebeldia alla distruzione di questo legame che il capitalismo è determinato e vocato a realizzare e in una comune consapevolezza di cosa sia la vida.
Dall’esperienza quasi ventennale del CSOA Cartella e del Gruppo d’acquisto, alla ricerca delle musiche agropastorali di Valentino, dalle lotte nella Sibaritide a quelle di Palmi e Reggio a grandi opere, estrattivismo, discariche e ghetti, dalla salvaguardia della biodiversità ad Antonimina fino alle esperienze di medicina integrale e solidale, il racconto delle compas si è intrecciato a ribellioni e resistenze di terra calabra in un vortice di crescita politica e di relazioni, di conoscenze ed emozioni. 4 giorni che segnano la vita.