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Restituzione dalla Tappa nelle zone Frentane tra Abruzzo e Molise

Comando Escucha y Palabra (EyP), Comando Palomitas e CNI, queste le tre delegazioni che hanno attraversato i nostri territori, tutte con lo sguardo volto alla vita e al contrasto della distruzione esercitata dal capitalismo e dalle dinamiche di sfruttamento ed espropriazione che le sono proprie. Lavoro, ambiente, integrazione, agricoltura e cibo sano, salute, mare, montagna, organizzazione, solidarietà, questione di genere…questi alcuni dei temi toccati, tutti in chiave di lotta e di rivendicazione. Con umiltà e decisione.

L’arrivo della delegazione EyP, composta da 5 uomini, ha portato un racconto dettagliato sulla storia degli ultimi 500 anni nella terra del Messico: lo sfruttamento, il maltrattamento e il tentativo di annientamento delle popolazioni originarie e delle loro specificità. La reazione delle popolazioni, la resistenza e la ribellione. L’organizzazione attuale delle comunità zapatiste che consapevoli che c’è ancora tanto da fare, continuano a resistere e a esistere, portando sempre con sé i 7 principi zapatisti del comandare ubbidendo, dello scendere e non salire, del costruire e non distruggere, del proporre e non imporre, tutto nel rispetto della Madre Terra, che ci ospita e ci permette di vivere.
Grazie al comando EyP e all’incontro fatto con gli operai della SEVEL, abbiamo scoperto che il 26 ottobre è il compleanno del Sub Comandante Insurgente Pedro, morto nel ’94, operaio che, dopo aver lasciato il suo lavoro per unirsi alla lotta zapatista, ha fatto conoscere alle comunità indigene la condizione lavorativa delle fabbriche e tessuto il filo rosso della lotta allo stesso sfruttamento. E ora oltre alla sua casa ancora aperta e viva in Chiapas, ce n’è un’altra a lui dedicata in Val di Sangro..
Il Comando EyP ha scambiato tanto anche all’interno della piattaforma di differenziazione della ECOLAN s.p.a., con il coordinamento TuViV.A. sopra al trabocco Turchino e con le cooperative sociali che si occupano di integrazione e autodeterminazione. Hanno potuto conoscere l’esistenza della popolazione Rom, che in Chiapas non c’è, e ragionato con le maestre delle nostre scuole di educazione e revisionismo storico. Perché i libri non sempre raccontano
tutta la storia, e se non lo fanno bisogna scrivere le pagine che mancano….
Abbiamo mangiato tanto, a volte pure troppo, nel tentativo di spiegare che per noi il cibo è molto di più che semplice cibo: è scambio, è solidarietà, è lavoro con la madre terra e la voglia di ospitare chi si è messo in viaggio per una travesia por la vita senza confini!
Il Comando Palomitas ci ha regalato la gioia e la responsabilità legata ai/lle bambin@: il mare visto, toccato e bevuto per la prima volta, i giochi, lo sguardo attento e dolce e agrodolce delle madri, la collaborazione e l’empatia, sempre
sotto l’egida dei 7 principi del comandare obbedendo, che uscivano fuori non solo dalle parole ma da ogni gesto quotidiano. Ci hanno regalato il saper ascoltare e tenere dentro ciò che viene donato, ci ha insegnato che non si è mai troppo piccoli per organizzarsi, per prendersi delle responsabilità e collaborare insieme, anche quando non è semplice farlo. Ci ha donato la sicurezza che dall’altra parte del mondo ci sono comunità che come noi lottano per il rispetto della madre terra, dei diritti delle persone e contro l’idra capitalista che sfrutta tutto a suo solo beneficio e a discapito dell’umanità. Sappiamo ora bene che in Chiapas c’è una casa pronta ad accoglierci e continuare a scambiare, c’è un popolo fatto di tanti popoli che esiste, resiste e lotta affianco a noi e che più intessiamo questa rete, più sarà possibile sconfiggere il mostro, con i pizzichi continui e costanti, di tante piccole spine, che la sfiniranno…
E poi c’è il CNI…ma mica tanto “poi”… perché il CNI è assemblea quando si è insieme e rete quando si è soli, al servizio dei popoli indigeni e che ha avuto la capacità di proporre un esperimento ancora una volta con l’intento di rompere il cerchio del nemico, spiazzandolo. E questo esperimento, sebbene non si sia concluso come sperato, ha legato ancora di più i popoli indigeni del Messico e dato la certezza che sebbene manca ciò che manca, i circuiti istituzionali del potere non daranno mai spazio al benessere collettivo del popolo tutto.
Non importa quanti siamo, di che colore abbiamo la pelle, di che religione siamo e da che parte del mondo siamo. Non importa quanti siamo, importa solo essere consapevoli, resistere ed esistere, ribellarsi e lottare per un mondo fatto di mondi, nel rispetto delle differenze e di Madre Terra.