Restituzione dal Coordinamento Ligure di Supporto alla Gira Zapatista
Abbiamo ospitato la gira zapatista in Liguria dal 25 ottobre al 1 novembre , con base logistica presso il Laboratorio Sociale Occupato Autogestito Buridda.
Le città visitate sono state Genova e gli spazi sociali occupati e autogestiti e le associazioni che operano sul territorio insieme ai circoli e partiti; Ventimiglia e le organizzazioni che operano sul confine ; Savona con le società di Mutuo soccorso e le case dei popoli; Fosdinovo con il museo audiovisivo della resistenza e i luoghi dei partigiani sulle colline di Massa.
Nei giorni in cui la delegazione ha vissuto con noi abbiamo cercato di mostrargli, attraverso i nostri racconti e le visite ai diversi spazi, chi siamo , quale motivazioni ci inducono alla lotta quotidiana e quali problematiche affrontiamo ogni giorno. Abbiamo ricevuto moltissimo ascolto da parte loro e altrettanti racconti della loro straordinaria storia attraverso la costituzione del buon governo, le pratiche di autogestione, l’educazione dei bambini e i metodi di comunicazione . Sono stati giorni di ascolto e restituzione di due realtà, la nostra occidentale e tormentata e la loro zapatista , costituita e funzionale.
Abbiamo raccontato del g8 del 2001, delle giornate genovesi di allora e di quello che ne è scaturito dopo , capendo insieme a loro che il tempo è un elemento importante per capire cosa ha insegnato la storia, e che non bisogna avere fretta di capire , di analizzare per trarre delle conclusioni . Continuare a domandare , a domandarsi, perché una risposta definitiva, unica , risolutiva non c’è.
Lsoa Buridda : abbiamo ospitato la delegazione nelle giornate genovesi , offrendo base logistica e generale . Sono stati giorni ricchi di significato che ci hanno visto presenti come collettivo in tutte le fasi dell’organizzazione ligure e locale . In particolare nell’incontro di mercoledi 27 ottobre abbiamo affrontato con la delegazione il tema delle comunicazioni come metodo alternativo di relazione , raccontandogli la creazione della nostra radio autocostruita e facendogli visitiare il laboratorio del fablab all’interno del nostro spazio. Particolarmente sentito è stato il momento in cui abbiamo raccontato la nascita del nostro spazio , e di come negli anni abbiamo resistito praticando antifascismo , raccontando loro il difficile momento di repressione che la nostra città sta attraversando .
Tdn : Martedi 26 ottobre si e svolto l’incontro della delegazione zapatista con il collettivo dell ‘ex csoa Terra di nessuno ospitato negli spazi dell’LSOA Buridda .Nelle tre ore circa di incontro l’argomento trattato prevalente è stato La GIUNTA DI BUON GOVERNO: la sua nascita, le motivazioni e sviluppo (sette comandamenti). Come succede di solito quando parlano gli zapatisti il tempo si ferma! La semplicità con cui riescono a spiegarci ragionamenti complicati ed articolati è affascinante. Hanno ricordato e rinnovato motivazioni e immaginari ormai sbiaditi dal tempo. Alla conclusione dell’intervento in cui ci raccontano le “giunte del buon governo” nelle sue pratiche e motivazioni, ci invitano a raccontare le nostre pratiche ed esperienze di lotta e resistenza. Un piccolo preambolo sulla mancanza di determinazione nel rivendicare i bisogni della nostra società; a seguire portiamo come esempio estremo le nostre feste elettroniche, spiegando come utilizziamo/devolviamo i fondi raccolti, in questi eventi pieni di contraddizioni, continuando con l’argomento dell’alimentazione sostenibile, spiegando il perchè della scelta vegana, nella produzione di alimenti distribuiti negli eventi pubblici del cs e la relazione con la sensibilità animalista. In ultimo un piccolo ragionamento sugli strumenti che usiamo per entrare in relazione con il territorio e con tutto quello che istituzionalmente ci circonda. Poi una domanda sul ruolo delle donne zapatiste e divagazioni sulle differenze dei presupposti date dai mondi estremamente diversi da cui veniamo. Loro sempre attenti e a prendere appunti su quello che gli abbiamo raccontato. Il giorno dopo piccolo giro a vedere le spazio che ci e stato sgomberato e il murales di fronte alla ex sede del centro sociale Tdn , sgomberato l’8 ottobre scorso .
Zapata : Il 27 ottobre al csoa Zapata di Genova si è svolta una delle giornate più importanti del nostro centro sociale: finalmente abbiamo incontrato cinque membri della delegazione dell’EZLN. Dopo un giro all’interno dello spazio e la cena vegana a cura della brigata vegan food svoltasi nella nostra palestra popolare, abbiamo potuto scambiare opinioni e visioni sulle diverse resistenze che pratichiamo sul nostro territorio. È stato uno scambio di forte ispirazione per i nostri prossimi progetti e per migliorare la nostra autogestione argomento cardine della nostra discussione. il momento di confronto si è allargata sui diversi piani dell’Autonomia zapatista: dall’educazione all’auto sussistenza, dalla parità di genere all’interno del buon governo, fino all’autodifesa. Era presente con noi Associazione Italia-Cuba, Terra di Nessuno , Fridaysforfuture, Lsoa Buridda, Chico Mendes, quindi realtà di quartiere e altri spazi sociali che conoscono il territorio.
SINISTRA ANTICAPITALISTA GENOVA : la delegazione ha incontrato nella sede del partito alcune delegazioni sindacali come sindacati si base e area di opposizione in CGIL, lavoratori e lavoratrici. Hanno partecipato all’incontro ristretto i giovani della neonata Federazione Studenti Lavoratori precari di Usb.
CIRCOLO BIANCHINI MARASSI : Martedì 26 ottobre i compagni della gira zapatista sono venuti al circolo Bianchini di Rifondazione Comunista, sede anche della Casa dei Popoli, per incontrarsi con diverse associazioni attive nella nostra città. Dopo il saluto dei due circoli, brevi interventi di spiegazione della propria attività sono stati pronunciati da molte associazioni che si occupano di migranti latinoamericani a Genova, cileni, ecuadoriani, colombiani, argentini, e da associazioni di solidarietà internazionalista quali Italia Cuba, Senza Paura, Associazione culturale Liguria Palestina e BDS. Spazio è stato dato a chi si batte in città contro il degrado delle periferie e, non ultimi, al partigiano Giotto e al Comitato Piazza Carlo Giuliani. Questi, dopo il pranzo, hanno accompagnato la gira nella vicina Piazza Alimonda, luogo del tragico omicidio di Carlo Giuliani, del quale è stato recentemente commemorato il ventennale della morte.
I compagni zapatisti sono intervenuti in Bianchini raccontando la loro esperienza di lotta, molto simile, nella sua preparazione, a quanto avvenuto nei momenti iniziali della nostra Resistenza. Affinità sono pure affiorate tra la gestione delle municipalità liberate del Chiapas con la nostra Repubblica Partigiana di Torriglia. L’attenzione reciproca tra le varie resistenze antimperialiste e anticapitaliste, non è certo mancata, così come l’entusiasmo di chi aspettava da mesi di incontrare la delegazione zapatista! Grazie a tutti per aver reso possibili questi incontri! Un grazie di cuore alla bravissima compagna traduttrice.
Savona : L’incontro con la delegazione zapatista a Savona si è realizzata sabato 30 dalle 17,30 alle 20,00 presso la Società di Mutuo Soccorso di Cantagalletto. La SMS Cantagalletto fa parte della rete ARCI provinciale ed è un luogo nel quale, con una certa frequenza, si organizzano incontri di grande interesse. Tra gli altri sono stati ospiti della SMS, Angela Davis, don Andrea Gallo, Luciana Castellina, Giulietto Chiesa, Maurizio Maggiani, Adelmo Cervi, il sindaco di Hebron e molti altri e inoltre negli ultimi 10 anni si sono raccolti, tramite cene solidali, oltre 200.000 euro per progetti di solidarietà e cooperazione (con Palestina, Cuba, Comunità San Benedetto etc)
L’incontro con la delegazione zapatista è stato molto interessante e ha visto la partecipazione di circa 25 tra compagne e compagni savonesi. Una presenza variegata, tra i presenti c’era chi aveva avuto ai tempi contatti con Ya Basta, chi fa parte del Comitato Antifascista Savonese, chi è impegnato nel Comitato Mondiale a difesa dell’acqua pubblica, esponenti dell’Associazione di Amicizia Italia Cuba e Italia Nicaragua, esponenti dell’ARCI e dell’ANPI provinciale. Alberto Dressino, del Consiglio Direttivo della SMS, ha spiegato sinteticamente le varie attività che si svolgono in quei locali e quindi la parola è passata ai compas zapatisti. È stato spiegato il lungo percorso e le varie fasi che ha attraversato il movimento zapatista, come si è sviluppato e come si concretizza il sistema di auto orgaizzazione a livello municipale e delle giunte di buongoverno. Ci hanno spiegato anche i motivi della loro visita, sia per far conoscere meglio la loro esperienza rivoluzionaria, sia per conoscere le forme di resistenza al capitalismo esistenti in Europa a cui connettersi.
Ci sono state quindi diverse domande per comprendere meglio, soprattutto, come gli zapatisti nella loro forma di autogoverno riescano a svolgere funzioni tipicamente statali, come la giustizia ad esempio.
Alcuni interventi hanno messo in luce una situazione di grande debolezza nella lotta contro il neoliberismo in Italia. Spesso si tratta di battaglie locali e ce ne sono anche sul territorio savonese, ad esempio contro la cementificazione del territorio e altre di natura ambientale, contro la miniera di titanio nel parco del Beigua, Contro il progetto di porto turistico alla Margonara, ma che non riescono ad avere un profilo globale di lotta al capitalismo. L’eredità della lotta partigiana sembra essere in buona parte dimenticata, secondo alcuni condivisibili interventi. L’incontro è terminato con una frugale cena a base di pizza e della favolosa farinata di Cantagalletto.
Ventimiglia e Progetto 20K
La tappa Ventimigliese della Gira Zapatista è iniziata con un lungo viaggio in autostrada di quasi due ore a causa di un forte traffico. Da Genova siamo partiti con 3 auto, due delle quali destinate ai 5 compagni dal Chiapas. Durante il tragitto una delle due auto ha fatto tappa, uscendo dall’autostrada, alla Baia dei Saraceni perché dalle conversazioni in auto era venuto fuori che non avevano mai visto il mare in vita loro e sarebbero stati entusiasti di farlo. Da quanto riferito dal compagno che li accompagnava in auto, la prima cosa che hanno fatto è stata quella di “assaggiare” l’acqua di mare per constatare se fosse davvero così salata. In quella breve pausa si è anche chiacchierato del mare come spazio di navigazione, di libertà, ma anche di contesa. Alle 13:00 siamo stati accolti al C.S.A. La Talpa e l’Orologio, dove alle 13:30 si è tenuto il pranzo preparato dai compagni di Imperia. Appena prima di sederci a tavola abbiamo fatto una breve ricapitolazione del programma che avevamo proposto per le due giornate a Ventimiglia. Dopo il pranzo è stato loro mostrato una parte dello spazio e si è chiacchierato sulle attività che esso ospita, soprattutto dopo la pandemia, momento in cui il collettivo si è concentrato molto sulle raccolte alimentari e sul sostegno alle persone che in quella zona stanno vivendo un impoverimento a causa del Covid. Durante il momento del caffè e pasticcini si sono avute delle conversazioni più informali sull’agricoltura e sulle coltivazioni tipiche della zona, scaturite soprattutto dalle domande degli zapatisti sui metodi agricoli usati nella produzione dell’olio. Prima della partenza abbiamo dato loro in regalo, da parte sia degli imperiesi che di Progetto20k, una bottiglia di olio locale, una grande cartina della Liguria e 5 delle magliette che nel 2015 erano state prodotte per finanziare le spese legali dei processi per l’occupazione dei Balzi Rossi. Siamo arrivati a Ventimiglia per le 16, dove ci hanno raggiunti altri 4 compagni di Progetto20k per accompagnarci nel giro. Il pomeriggio prevedeva una tappa alla frontiera bassa e ai Balzi Rossi (quella alta sarebbe stata vista l’indomani in concomitanza con la camminata sul passo della morte), un giro a piedi in città. Già durante il tragitto in auto avevamo illustrato le dinamiche di chiusura del confine, dei controlli razziali e dei respingimenti. In frontiera bassa, a differenza di quella alta c’è la possibilità di avvicinarsi tantissimo alla zona dei controlli, senza però attraversarli in quanto circa 20 metri prima del check point si può invertire la marcia ed entrare nel parcheggio antistante la spiaggia dei Balzi Rossi. Quel pomeriggio il varco di frontiera risultava più militarizzato del solito, con un ingente schieramento di camionette di esercito e polizia. Nel momento in cui siamo passati lì accanto abbiamo assistito un controllo e respingimento di due ragazzi molto giovani (probabilmente minorenni). Abbiamo scelto il parcheggio nella pineta che si trova appena prima dell’accesso alla spiaggia come luogo dove poter sostare un po’ e poter raccontare cosa era successo lì nel 2015 con la chiusura della frontiera. Durante il dialogo ci viene fatto presente dai compagni zapatisti che molte dinamiche si ripresentano simili nelle loro zone, soprattutto nelle comunità che si trovano a ridosso della frontiera con il Guatemala. Secondo quanto ci hanno riportato, negli ultimi anni il Chiapas sta diventando territorio di passaggio per le migrazioni che arrivano soprattutto da Haiti e, anche lì, la frontiera riproduce tutte le dinamiche legate al traffico e alla tratta, alla creazione di politiche che polarizzano le posizioni delle popolazioni locali a riguardo. Un argomento a cui si sono mostrati molto interessati è stato proprio quello della reazione della cittadinanza locale, del rapporto tra la componente migrante e la popolazione del luogo. Nel mentre avvenivano queste conversazioni abbiamo dovuto far fronte anche a una situazione di emergenza: i due ragazzi che poco prima erano stati respinti sono entrati nel parcheggio e uno di loro si è accasciato su un muretto. Visto che entrambi presentavano ferite molto evidenti e notevoli segni di malessere fisico, alcuni si sono staccati dal gruppo per accompagnarli all’ospedale di Bordighera. Verso le 17:30 siamo ritornati a Ventimiglia città, abbiamo parcheggiato le auto e abbiamo continuato un breve giro a piedi tra spiaggia antistante al parchetto comunale, stazione, via Tenda. In ognuno di questi luoghi abbiamo parlato di come si inseriscono negli spazi urbani delle migrazioni di transito e di come sono segnati dalle politiche istituzionali locali. Più che un racconto unilaterale questi momenti si sono svolti in modo molto dialogico e condividendo informazioni e riflessioni da entrambe le parti. All’inizio della camminata per la città abbiamo loro chiesto se nell’ultimo punto in cui saremmo passati, il parcheggio dove avviane la “distribuzione” serale, avrebbero avuto piacere di scendere dall’auto e avvicinarsi di più a quel contesto o no. Li abbiamo messi al corrente dell’eventuale rischio di essere identificati in quanto in quel luogo stazionano sempre uno o più mezzi della digos in borghese, specificando che è una prassi che adottano sempre e che non ha conseguenze, se non tenere un registro delle persone che accedono a quel luogo. Visto che hanno espresso dei dubbi su tale rischio abbiamo optato per un veloce passaggio in auto davanti al luogo in questione, prima di dirigerci verso casa, ad Apricale. Siamo arrivati ad Apricale intorno alle 19:15 e i compagni zapatisti hanno approfittato del tempo in cui noi preparavamo la cena per accomodarsi nelle stanze e fare i loro report quotidiani. I pasti delle due giornate sono stati fatti in parte con verdure autoprodotte nel nostro orto, questa cosa è stata molto apprezzata dagli zapatisti. Non abbiamo optato per una cucina vegetariana o vegana. I pasti venivano serviti all’esterno in delle tavolate uniche in cui abbiamo riservato loro una estremità del tavolo, avendo cura di far sedere nella parte contigua le persone che parlavano spagnolo e con cui si sono relazionate di più. La prima sera la cena è finita intorno alle 21 e gli zapatisti si sono trattenuti circa un’ora con noi intorno al fuoco bevendo un caffè e facendo delle chiacchiere informali prima di andare a letto in cui abbiamo anche ricapitolato il programma del giorno successivo. In quel contesto hanno espresso molta curiosità e interesse per il percorso di montagna che avremmo fatto il giorno dopo. Abbiamo spiegato loro che noi saremmo rimasti ancora un po’ fuori a fare la nostra assemblea serale un’altra ora circa. La colazione il secondo giorno è iniziata alle 8:00 e alle 9:30 siamo partiti per raggiungere la località Grimaldi, da dove parte il sentiero. Durante il tragitto in auto i discorsi si sono soffermati di nuovo sulle pratiche agricole e abbiamo parlato loro di come in Italia il settore agricolo si regga sul lavoro migrante sfruttato e di come il fatto di ostacolare la regolarizzazione dei migranti sia in realtà funzionale ad alcune fette di mercato, soprattutto nel Sud Italia. Una nota molto piacevole sono stati i commenti degli zapatisti sul panorama e l’ambiente naturale della vallata in cui si trovava la casa che li ospitava, panorama che non avevano avuto modo di notare la sera prima con i buio. Nella parte precedente del loro viaggio, sia in Austria che in Piemonte sono stati moltissimo tempo in città e risentivano un po’ della mancanza di contatto con la natura. Siamo arrivati all’inizio del sentiero intorno alle 10:15 e, dopo aver parcheggiato le auto ci siamo incamminati. All’inizio del sentiero le loro domande si sono soffermate sui numerosi vestiti e documenti che si trovavano sparsi lungo il sentiero. Abbiamo provato a leggere e parlare loro di alcuni dei fogli che trovavamo lungo la strada (Refuse d’entree, fogli per appuntamenti della Questura, decreti di espulsione…). La camminata è durata circa 1 ora fino ad arrivare al confine, segnato da una rete. Lungo il percorso li abbiamo rassicurati del fatto che nel lato italiano del sentiero non c’erano controlli e che era un percorso sicuro, soprattutto perché eravamo in un gruppo numeroso e in pieno giorno. Purtroppo un piccolo episodio ha turbato la parte finale della camminata: arrivati a circa 20 metri dalla rete al confine dei cacciatori hanno esploso degli spari e questa cosa è stata fonte di preoccupazione da parte dei compagni zapatisti. Abbiamo però subito rassicurato che non era la polizia e che non è pratica comune che la polizia spari addosso alle persone. La preoccupazione a riguardo è rientrata subito e dopo una breve pausa siamo ripartiti per tornare alle auto. Alle 13 eravamo in casa per il pranzo, che altri compagni erano rimasti a preparare. Dopo pranzo gli zapatisti si sono concessi una mezz’oretta di riposo mentre noi preparavamo i caffè e gli spazi esterni per l’incontro pomeridiano, disponendo sedie e panche in cerchio e coperte per sedersi a terra. Nel far questo abbiamo cercato di far in modo che le persone che si sono disposte più vicine agli zapatisti fossero quelle di noi con cui stavano avendo più contatti. Oltre alle persone che eravamo lì il giorno prima, siamo stati raggiunti da alcune persone di altri gruppi e collettivi che si occupano di migrazioni nella zona. Nonostante non usassimo nessun tipo di amplificazione la conversazione è stata molto comprensibile grazie alla silenziosità dell’ambiente circostante. Già dal giorno prima avevamo chiesto ai compagni zapatisti di decidere loro di cosa parlarci e di scegliere liberamente come raccontarci delle loro lotte senza porsi fretta o limiti di tempo. Il racconto della storia della loro rivoluzione è iniziato circa alle 14:30 ed è andato avanti fino alle 17:30 ripercorrendo le varie tappe che hanno portato le popolazioni indigene dalla schiavitù al tempo della rivolta. Dopo una piccola pausa di circa 15 minuti, abbiamo ascoltato in cosa consistono le loro pratiche di buon governo e su quali principi si fondano. Una parte molto importante è stata rappresentata dall’esplicitarci le ragioni del loro viaggio e dell’importanza dell’unità nella lotta (non delle lotte) contro un sistema mortifero che è causa della distruzione del pianeta e dell’oppressione dei popoli. Credo che quest’ultima possa davvero essere la chiave che apre alle nostre lotte le porte della possibilità e può far si che non rimangano pure utopie. Mi sono chiesta varie volte se proprio il processo di dialogo che ha innescato l’arrivo della Gira non sia già il fondamento per un nuovo modo di portare avanti le rivoluzioni, un modo per creare unità, che in fondo è la cosa che davvero più ci manca. L’incontro è terminato alle 19:30 circa. Come la sera precedente, gli zapatisti si sono ritirati per il loro confronto serale mentre noi preparavamo la cena. Verso le 22:00 ci siamo salutati e sono andati a dormire. L’indomani mattina alle 10:15 siamo partiti da Apricale per accompagnare la delegazione zapatista nel luogo in cui avremmo incontrato i compagni che li avrebbero portati a Savona. La sera prima avevano espresso il desiderio di passare di nuovo in spiaggia a vedere il mare prima di ripartire ma purtroppo l’indomani non è stato possibile farlo perché pioveva a dirotto. Verso le 11:30 sono partiti alla volta di Savona.
La Spezia
Come Archivi della Resistenza abbiamo ospitato la Gira zapatista dalla sera di sabato 30 ottobre – con una calda accoglienza e una calda cena – al 1 novembre, quando alcuni di noi hanno accompagnato la delegazione a Roma, la tappa successiva. L’incontro pubblico si è svolto invece la mattina del 31 ottobre dalle 9.00 presso il Museo Audiovisivo della Resistenza a Fosdinovo, luogo simbolo della memoria della Resistenza e centro di numerosi iniziative durante l’anno, d’inverno e d’estate. L’Associazione Archivi della Resistenza, nata nel 2004, gestisce il Museo e il circolo enogastronomico e fa di questo luogo al confine tra Liguria e Toscana, lungo quella che fu la linea gotica durante la Seconda Guerra Mondiale, il centro di numerose iniziative di ampio respiro culturale: dalla politica alla musica, dal teatro alla letteratura. Tutto tenuto insieme dalla tensione civile per le lotte civili e politiche, elemento identitario che deriva dalla con l’esperienza partigiana. L’associazione è impegnata fin dalla sua costituzione in un lavoro di archiviazione audio e e video delle testimonianze partigiane
L’incontro con la delegazione zapatista ha visto in primo luogo la presentazione del progetto e della realtà di Archivi della Resistenza, focalizzando l’attenzione sul progetto di studio e memoria delle lotte di resistenza. A seguire la delegazione ha raccolto l’invito a raccontare la storia del movimento zapatista, dalle origini fino ai giorni odierni, fornendo ai presenti alcune chiavi di lettura e esempi di organizzazione e pratica di lotta anticapitalista, antirazzista e antisessista. L’ultima parte dell’intervento si è focalizzato sulla fase attuale della crisi pandemica letta e interpretata come crisi stessa del capitalismo incapace di trovare risposte adeguate a una crisi che esso stesso ha prodotto. Infine i compagni zapatisti hanno sottolineato l’obiettivo della “Gira”, quello di interconnettere le loro lotte a quelle europee, viaggiando per diffondere il loro messaggio di lotta e trovare forme di resistenza affini a cui connettersi in una comune contrapposizione alla logica predatoria del capitalismo. Presenti all’incontro i delegati delle associazioni, dei comitati, delle organizzazioni politiche e sindacali maggiormente impegnate in alcune battaglie chiave del territorio di Massa Carrara, di La Spezia e della Val di Magra: contro le cave di marmo e la devastazione delle alpi Apuane, contro la precarietà e la povertà del lavoro. Gli interventi si sono focalizzati da un lato nel segnalare le diverse vertenze politiche del territorio per poi concentrarsi su domande relative all’esperienza zapatista, alle forme di organizzazione nel campo educativo, scolastico e della salute. In generale va segnalata la volontà dei presenti nell’approfondire la conoscenza rivoluzionaria zapatista e le modalità di conduzione della lotta politica del EZLN e delle sue forme di organizzazione politica. I compagni della delegazione hanno sempre risposto e interloquito con grande disponibilità e puntualità. Alla conclusione dell’incontro e dopo il pranzo sociale svolto di fronte al museo, sotto ai castagni che lo circondano, la delegazione è stata portata prima a Campocecina, per vedere dall’alto le cave di marmo e poter così avere una prospettiva chiara di quello che non assemblea si era evidenziato; poi ci si è spostati nel centro storico di Carrara in piazza delle Erbe. Qui campeggia il murales firmato dal gruppo Orticanoodles e dedicato a Francesca Rolla, una delle donne più rappresentative della Resistenza e fra le animatrici della rivolta del 7 luglio 1944, quando donne carrarine organizzarono una manifestazione contro l’ordine di evacuazione della città emanato dal comando nazista della città.
Tornati al Museo, la delegazione e i membri dell’associazione hanno cenato insieme. Il giorno dopo, sotto una pioggia leggera ma insistente, i compagni zapatisti sono stati accompagnati nel cuore delle Apuane, nel paese di Vinca, luogo di uno dei più gravi eccidi nazifascisti, avvenuto il 24 agosto 1944. La delegazione zapatista accolta dalla comunità del paese è stata portate nei luoghi dell’eccidio, potendo così entrare nel vivo della storia del territorio, delle sue ferite, delle sue sofferenze, dei suoi sacrifici e del suo riscatto grazie alla lotta partigiana. Finita la visita a Vinca la delegazione è partita per Roma in treno accompagnata da alcuni membri di Archivi della Resistenza, lasciando a tutti e tutte coloro che hanno partecipato alla due giorni un ricordo indelebile e un’esperienza unica, di grande spessore umano e politico.